Il 1° settembre, si celebra la 14ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato. Per l’occasione, abbiamo intervistato Pietro Isolan di Rural Academy, un gruppo di appassionati di educazione ed agricoltura ecologica che, durante la prossima edizione di Loppianolab, coinvolgerà i partecipanti in un’esperienza immersiva nella natura attraverso il cosiddetto “story trekking”. Di cosa si tratta? Scopriamolo direttamente dalle parole di Pietro.
Sabato 5 ottobre, il pomeriggio di Loppianolab si aprirà con la proposta di una originale esperienza nella natura della cittadella internazionale di Loppiano: uno “story trekking” guidato da Pietro Isolan, che fa parte di Rural Academy un gruppo di appassionati che, attraverso le attività nei campi e negli orti, rivolte a grandi e piccoli, propone un’esperienza educativa di agricoltura ecologica a contatto con la terra, gli alberi, gli animali.
«Lo “story trekking” – ci spiega Pietro – è un format che ho creato io, che unisce il racconto e l’esperienza immersiva in natura. Il racconto, la fiaba hanno un potere straordinario, ci portano a vedere, a immaginare con gli occhi dell’anima. Anche la natura ha un grande potere, quello di farci tornare alle origini e di poter confrontare le vicende umane con modelli e metafore straordinari e potenti, quelli naturali. Un altro elemento è il camminare: camminando mettiamo in movimento risorse straordinarie che il nostro corpo possiede. Tutto questo produce emozioni e benessere, le condizioni perfette per imparare, e fare proprio un nuovo bagaglio di conoscenza».
Proviamo ad approfondire ancora: che tipo di esperienza si possono aspettare i partecipanti allo story trekking?
«Sarà una breve camminata nella natura, adatta a tutte le età, durante la quale si faranno delle soste, e un capogruppo avrà il compito di leggere una storia. Durante la storia, saranno proposte alcune attività di osservazione e confronto, osservando e ispirandosi agli schemi naturali. Ogni partecipante avrà il suo testo, completo di bibliografia, che potrà conservare per futuri approfondimenti e riflessioni».
La nostra curiosità non è ancora soddisfatta, ma quale sarà l’argomento toccato da questa “esperienza immersiva”?
«L’argomento sarà la vita delle piante, come modello delle organizzazioni umane e dell’agire economico. Il racconto narra la storia di un piccolo imprenditore, che in un momento di profonda crisi si trova catapultato in una realtà molto diversa dalla sua. Il resto lo lascio scoprire a chi parteciperà all’esperienza!».
A questo punto, viene da chiedersi da dove nasce, anzi – passateci il termine – dove trova le proprie radici, tanta creatività: chi è Pietro Isolan?
«Sono figlio di generazioni di agricoltori, perito agrario, marito e padre di tre bimbe. Ho lavorato per 25 anni nell’azienda agricola di Loppiano, producendo vino, olio e cereali. Sono musicista e scrittore, il lato creativo è sempre stato presente in me in maniera importante e in questo momento fa parte della mia professione. Da alcuni anni infatti, ho dedicato tempo ed energie al settore dell’educazione e della divulgazione in agricoltura ecologica, fino a dedicare, insieme al mio team, gran parte della mia professione a questa attività, anche attraverso la progettazione di luoghi dedicati alla coltivazione e all’educazione (orti didattici, villaggi ecologici, ecc.). L’Economia di Comunione fa parte del mio agire professionale da sempre. In questo momento, do il mio contributo come vice presidente di AIPEC, l’associazione italiana degli imprenditori per una Economia di Comunione. L’attuazione e la diffusione di nuovi modelli economici etici e sostenibili è fondamentale per sostenere gli agricoltori ecologici, ed è parte della mia missione professionale nell’educazione, divulgazione e progettazione».
Pietro, pensando ai temi di Loppianolab 2019, perché oggi è così importante prendere coscienza del nostro rapporto con l’ambiente?
«Viviamo un momento davvero difficile, dove l’inquinamento e la degradazione dei suoli sono fattori che incidono in maniera concreta sulla nostra vita di tutti i giorni. Abbiamo ormai visto concretamente come l’agricoltura industriale sia una delle cause di questi due fattori. I risultati sono nutrizione squilibrata, desertificazione (senza andare lontano, anche nella nostra Italia), inquinamento delle falde acquifere e dell’aria, riduzione tragica della biodiversità. Non è lontano, continuando su questa linea, il momento in cui non potremo ricavare cibo dalla terra. E sarà tragico. La risposta esiste, i modelli ci sono, concreti e ripetibili. È l’agricoltura ecologica, che comprende l’agricoltura naturale, l’agricoltura biologica, l’agricoltura sinergica, la Biodinamica, l’agricoltura rigenerativa. Tutti questi filoni hanno 3 caratteristiche fondamentali:
– aumentare la fertilità dei suoli
– aumentare la biodiversità
– come risultato dei primi 2 punti, non usare prodotti chimici di sintesi.
Dobbiamo insistere nella pratica e diffusione di tutto questo attraverso l’inserimento dell’agricoltura ecologica come materia scolastica, a partire dalle elementari, attraverso la diffusione di pratiche economiche che assicurino il giusto reddito agli agricoltori, raccontando, scrivendo, coltivando il nostro cibo anche a casa. È questione di vita o di morte».